L'imperatore Traiano (98-117), celebrato dai suoi contemporanei come il fondatore di un'epoca d'oro, del cosiddetto « beatissimum saeculum », è anche responsabile di una serie di processi contro i cristiani, conclusisi col martirio, per la sua strana risposta da lui data al governatore della Bitinia, Plinio il Giovane, in cui affermava che il cristianesimo era un delitto passibile di morte solo quando era riconosciuto; il cristiano, cioè, doveva essere condannato a morte soltanto se confessava la sua fede e non voleva ritrattarla.

All'« Optimus imperator », che aveva garantito con una saggia legislazione la libertà personale a tutti i cittadini del vasto impero, la ritrattazione imposta ai cristiani doveva apparire un facile espediente per arginare l'espansione della nuova religione. Ma i cristiani con mirabile fermezza opposero un netto rifiuto, che a molti di loro costò la vita.

Accanto ai grandi nomi come Ignazio di Antiochia e Simeone di Gerusalemme, ultimo dei parenti immediati di Gesù, troviamo anche un modesto contadino, di nome Foca, abitante a Sinope, nel Ponto Eussino. La principale fonte per ricostruire la sua biografia è il panegirico pronunciato dal vescovo Asterio di Amasea, agli inizi del secolo V e caratterizzato da un'ammirevole concisione e da un tono di rapida sequenza documentaristica. Foca esercitava il mestiere di ortolano a Sinope ed era apprezzato e benvoluto da tutti per la sua generosità e la sua ospitalità. Di queste sue virtù diede una commovente dimostrazione agli stessi carnefici, incaricati di eseguire la sentenza capitale pronunciata contro di lui. Evidentemente i carnefici non lo conoscevano di persona, perché, entrati in casa sua per avere delle indicazioni, furono generosamente invitati a pranzo dall'ortolano.

Mentre i due si rifocillavano, Foca andò nell'orto a scavarsi la fossa; quindi tornò in casa e dichiarò la propria identità ai carnefici, pregandoli di non porre indugi all'esecuzione della sentenza. Fu accontentato e pochi istanti dopo il suo corpo cadeva nella fossa appena scavata.

Il racconto di Asterio non dice altro. Le differenti testimonianze del culto al martire Foca nelle isole Cicladi, in Sicilia, nel Ponto Eussino e ad Antiochia, un tempo avevano fatto pensare all'esistenza di quattro diversi santi con questo nome. Ma sulla scorta di nuovi documenti si è potuta stabilire l'autenticità di un unico martire Foca, detto l'Ortolano, le cui reliquie già nel V secolo erano pervenute in varie città dell'Oriente e dell'Occidente. Venerato sia nella Chiesa bizantina che in quella latina, era invocato contro i morsi dei serpenti.




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